A un anno di distanza dall’accreditamento dell’Organismo di Monitoraggio sul Codice di condotta, un seminario a Roma ha fatto il punto sul settore del telemarketing
Nel marzo del 2024 l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha accreditato l’Organismo di monitoraggio per dare piena attuazione al Codice di condotta del telemarketing e teleselling. Come si ricorderà, il Codice, fortemente voluto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative del Business Process Outsorcing, puntava all’adozione da parte delle stesse realtà, tra cui Assocontact, Confcommercio, Confindustria, Assotelecomunicazioni, di misure volte a garantire la correttezza del trattamento dei dati all’interno della filiera del telemarketing.
In particolare, le disposizioni prevedono che la raccolta del consenso deve essere specifica per le singole finalità e che l’obbligo di informazione deve avvenire in modo preciso, assicurando il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa sulla privacy, e cioè l’opposizione al trattamento, la rettifica o l’aggiornamento dei dati.
Per questo l’Autorità Garante aveva accreditato l’Organismo di Monitoraggio, per vigilare che le regole contenute nel Codice di Condotta fossero pienamente applicate.
A un anno di distanza dall’accreditamento dell’ODM, un seminario che si è svolto a Roma il 4 aprile dal titolo “Il telemarketing, tra evoluzione tecnologica e protezione dei dati personali“, ha voluto fare il punto sullo stato dell’arte nel settore. “Vogliamo favorire l’incontro virtuoso tra istituzioni e stakelhoder, proseguendo un cammino di lotta al telemarketing illegale“, ha detto l’avvocato Sergio Aracu, aprendo i lavori della giornata.
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“Riceviamo circa 100mila segnalazioni ogni anno e con l’organico esiguo che abbiamo facciamo fatica a fermare completamente il fenomeno“, ha spiegato l’avvocato Guido Scorza, componente del Collegio del Garante. “Abbiamo fatto tanta strada nel contrasto al telemarketing selvaggio, ma non è bastato, evidentemente; qui non è in gioco solo il diritto alla privacy, è in ballo il diritto alla libertà di comunicazione, ma anche quello di fare impresa“, ha aggiunto Scorza.
Qualcosa, però, sul fronte delle tutele per consumatori e cittadini, si sta muovendo anche a livello politico. Lo testimonia la presenza al seminario della deputata Eliana Longi, autrice della prima proposta di legge a contrasto del telemearketing selvaggio.
Il testo è stato approvato qualche settimana fa all’interno delle Commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera, per l’occasione riunite, e comprende, oltre a varie disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento dei call center, di formazione del personale, di tutela dell’occupazione, anche norme a protezione dei consumatori vessati. “L’obiettivo è quello di garantire condizioni di lavoro più dignitose, contrastare il fenomeno del telemarketing illegale e offrire ai cittadini una protezione concreta della privacy”, ha spiegato Longi.

“Siamo nati il 27 marzo del 2024, quando è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento di accreditamento da parte del Garante; si tratta di un Organismo molto giovane che nei primi mesi ha lavorato senza strumenti. Infatti, nella prima fase abbiamo prodotto un vero e proprio esercizio di rastrellamento giuridico e di ricerca, che tenesse conto sia delle esigenze pratiche delle aziende sia delle aspettative del Garante“, ha detto l’avvocata Raffaella Grisafi, a capo dell’ODM sul Codice di condotta, con una lunga esperienza nel campo del Diritto dei consumatori.
Grisafi, inoltre, ha sottolineato la proattività dei call center rispetto ai commitenti nell’adesione alle regole del Codice e poi ha difeso l’attività che si sta portando avanti all’interno dell’ODM. “Non è vero che l’ODM arranca, come ha scritto qualche giornale autorevole, e neppure che abbiamo strumenti sanzionatori rispetto alle aziende”, ha precisato.
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Più in generale, il seminario, che è stata anche l’occasione per presentare il volume collettivo “Il telemarketing, tra evoluzione tecnologica e protezione dei dati personali”, curato dal direttore del Centro Studi Privacy e Nuove Tecnologie, Riccardo Acciai, ha avuto l’effetto di confermare una sostanziale convergenza tra i diversi attori sui rischi del telemarketing selvaggio, ma anche sulle possibili soluzioni di contrasto.
Per il Presidente di Assocontact, Lelio Borgherese, ad esempio, “alzare le asticelle della formazione professionale è l’unico modo per difendere il lavoro nel settore che oggi vive un cambiamento epocale anche a causa dei cambiamento dei consumi e degli stili di vita”. Poi, Borgherese ha sottolineato l’importanza della PdR 150/2024 (ne avevamo parlato qui) che certifica le competenze professionali degli operatori dei call center.
“Abbiamo dei doveri a cui le nostre imprese si sono assoggettate, definendo degli standard di qualità, e anche l’adesione al Codice di condotta è un nostro onere. Però, a nostro avviso, sono necessari anche ipotesi di intervento forti a contrasto delle illegalità. Se necessario, occorrerà anche prevedere la nullità dei contratti sottoscritti dalle imprese che non rispettano le regole“, ha concluso Borgherese.
Una provocazione, forse, quella del Presidente di Assocontact, che, però, ha ottenuto l’unanimità dei consensi da parte degli altri relatori presenti, come Fabrizio Vigo, che ha ribadito che “il mercato nero dei dati e il malaffare creano danni agli operatori sani“, e Luigia Grasso, che, dall’osservatorio di Confindustria, ha riconosciuto come “anche da parte delle nostre imprese è forte l’esigenza di un bilanciamento tra interessi d’impresa e tutela dei dati personali“. Da qui, nasce una forte, comune esigenza di tutela, sia delle imprese sane sia dei consumatori.
Gaetano De Monte
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