È stato approvato il 20 marzo in prima battuta al Senato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale. Ora la palla passa alla Camera per l’approvazione definitiva
Lavoro, Giustizia, mass media, pubblica amministrazione, Ricerca, Sanità e sicurezza. Sono i sette ambiti in cui interviene il disegno di legge di natura governativa n.1146 approvato il 20 marzo al Senato (ora l’esame passa alla Camera). Il provvedimento si propone di promuovere un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità e, allo stesso tempo, a garantire “la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali dell’AI” (è quanto è previsto all’articolo 1).
Così, a quasi un anno di distanza dalla sua approvazione al Consiglio dei Ministri, il testo “recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale” ha incassato il suo prima via libera parlamentare, al Senato. Il ddl si compone di 26 articoli e delega l’esecutivo ad adottare entro un anno uno o più decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale al regolamento UE del 13 marzo 2024.
Tra i principi generali che il disegno di legge fissa, vi è quello in base al quale i sistemi e i modelli di intelligenza artificiale per finalità generali devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, assicurando, si legge ancora: “la sorveglianza e l’intervento umano”. Non solo. L’utilizzo dell’AI – secondo il legislatore – non dovrà “pregiudicare lo svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica e l’esercizio delle competenze e funzioni delle istituzioni territoriali sulla base dei princìpi di autonomia e sussidiarietà”.
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Per ciò che riguarda la sua applicazione nell’ambito della Sanità, è prevista la creazione di una piattaforma di intelligenza artificiale come supporto all’assistenza territoriale. Si tratta di uno strumento che dovrà essere realizzato dall’Agenas, e che erogherà servizi di supporto sia a medici e professionisti sanitari (con suggerimenti non vincolanti) sia agli utenti per accedere ai servizi sanitari delle Case di Comunità. Più in generale, il ddl stabilisce che i sistemi di AI non possono selezionare e condizionare l’accesso alle prestazioni sanitarie secondo criteri discriminatori.
Altri ambiti in cui interviene il testo, poi, sono quelli riferibili al trattamento dei dati, laddove si precisa che le informazioni e le comunicazioni connesse all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale devono avvenire con un linguaggio chiaro e semplice, in modo da garantire all’utente la “conoscibilità dei relativi rischi e il diritto di opporsi ai trattamenti non autorizzati dei propri dati personali”, si legge ancora nel provvedimento licenziato il 20 marzo dal Senato.
Inoltre, viene creato all’interno del Ministero del Lavoro un Osservatorio che dovrà monitorare che l’AI sia utlizzata per migliorare le condizioni e l’integrità psico-fisica dei lavoratori e delle lavoratrici in conformità al diritto dell’Unione Europea.
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Come era prevedibile, l’azione del Governo ha scatenato una serie di reazioni. Il capogruppo in Senato del Partito Democratico, Francesco Boccia, per esempio, ha accusato la maggioranza di andare contro gli interessi nazionali. “Perchè il Governo ha bocciato il nostro emendamento legato alla necessità di tutelare i dati delle nostre amministrazioni pubbliche dagli interessi di player internazionali”, ha spiegato il senatore Dem.
A commentare il testo, è intervenuta con una nota anche la Federazione Nazionale della Stampa. “Da mesi sosteniamo che l’intelligenza artificiale non possa essere uno strumento che produce informazione, in concorrenza con i giornalisti, divorando il patrimonio di notizie protette dal copyright e dal diritto d’autore“, ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della FNSI.
“L’ok del Senato al disegno di legge sull’AI – continua Costante – ci consegna un motivo in più per chiedere agli editori al tavolo del rinnovo contrattuale il rispetto del lavoro e della proprietà intellettuale dei giornalisti. In effetti, uno dei punti cardine del testo di legge è proprio quello che predispone una forma di tutela del diritto d’autore nel caso di opere generate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, stabilendo, dunque, che anche questo tipo di opere sono protette, “purché costituenti risultato del lavoro intellettuale dell’autore”.
Gaetano De Monte
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